Proponente: PAOLO CONTE
Breve descrizione: Sulla roggia di Desio si potrebbero scrivere pagine e pagine di storia. Tuttavia, il progetto che qui si propone è molto semplice: si chiede di far scorrere di nuovo l’acqua all’interno dell’alveo in pietra della roggia di Desio, che oggi è tristemente vuoto e sporco, che si trova di fronte all’ingresso della biblioteca civica. L’opera in sé è fattibile, non molto complessa e si configurerebbe sostanzialmente come una riparazione. Infatti, almeno sino alla metà degli anni Ottanta del Novecento, l’acqua in quel tratto di roggia scorreva ancora. Questo avveniva grazie ad un ricircolo della stessa acqua immessa nell’impianto, per mezzo di alcune pompe che, raccolta l’acqua a valle del percorso, la riportavano a monte dello stesso, reimmettendola infine all’interno dell’alveo. Questo sistema dunque, garantiva anche un forte risparmio economico ed ecologico, dato che, l’acqua che si vedeva scorrere era, per la maggior parte, sempre la stessa che veniva recuperata e riutilizzata. Nel tempo, queste pompe si sono guastate e l’impianto è caduto in disuso. Si propone perciò di utilizzare i fondi del bilancio partecipativo, per acquistare delle nuove pompe e per ristrutturare l’intero impianto idraulico. Votare tale progetto significa quindi: 1) ridare acqua e bellezza a questo affascinante manufatto; 2) contribuire a impreziosire ulteriormente il complesso della villa Cusani Traversi Antona Tittoni ed in particolare la zona dove oggi si trova l’ingresso alla biblioteca civica, che verrebbe messa nelle condizioni di poter aumentare ulteriormente la propria fruibilità; 3) donare al proprio spirito quella meravigliosa sensazione che sarebbe legata all’udire il fresco sciabordio dell’acqua che scorre all’interno della città
Descrizione dettagliata del progetto : Una relazione tecnica sulla roggia di Desio del 1811, permette di comprendere con precisione la notevole entità e importanza di corso d’acqua artificiale. Da questo documento si apprende che essa nasceva nel Comasco da due gruppi di sorgenti: il primo formava il ramo detto Acquanegra, mentre il secondo formava il ramo detto Luisaga. Questi due rami successivamente, riunendosi in un unico corso d’acqua, davano origine alla roggia propriamente detta. Successivamente il corso della roggia, snodantesi da nord a sud, confluiva per mezzo di ‘chiuse’ nel torrente Seveso per ben otto volte, fuoriuscendone altrettante, per un duplice scopo: in primo luogo per utilizzare l’area dei terreni compresi tra gli alvei dei due corsi d’acqua come prati adacquatori, in secondo luogo per alimentare i mulini posti sulla roggia stessa. Fuoriuscendo infine per l’ultima volta a Lentate sul Seveso, dopo aver attraversato il territorio di Cesano Maderno e di Desio, la roggia terminava il suo percorso irrigando una vasta zona posta tra Muggiò e Desio denominata ‘Prati’. La roggia fu fatta scavare da Bernabò nell’anno 1383. Grazie a una relazione in data 16 settembre 1408, conosciamo anche anno e promotore di quest’opera idraulica. Nei secoli successivi, questo corso d’acqua cambiò diverse volte numero e tipo di proprietari. Nel corso del XVIII secolo i diritti degli utenti, lentamente vennero accorpati fra loro, sino a che nel 1795, il marchese Ferdinando Cusani, divenne l’unico proprietario della roggia di Desio. Pochi anni dopo tuttavia, nel 1817, i beni Cusani di Desio vennero acquistati, insieme alla roggia, da Giovanni Traversi. Nel 1854, tutti i beni Traversi passarono, a causa della mancanza di eredi diretti, a Pietro Giovanni Antona Cordara. Nel 1900, per lo stesso motivo, tutti i beni Antona Traversi passarono al piccolo Antonio Tittoni. Nel secondo dopoguerra infine, nell’anno 1947 circa, la roggia venne prima ‘chiusa’ e in seguito interrata per lunghi tratti fino a farla quasi scomparire dal territorio brianteo (il testo precedente è tratto da: Conte P., “Utilizzo delle acque nella pianura padana asciutta: la roggia Viscontea detta di Desio”, in Arte Lombarda, n. 138, Nuova serie, Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda, 2003/2). Un nuovo interesse verso ciò che rimaneva di questo corso d’acqua artificiale, sorse quando la villa, sul finire degli anni Settanta del Novecento, divenne di proprietà comunale. Infatti, con la deliberazione del consiglio comunale n. 92 dell’8 febbraio 1978, l’amministrazione comunale approvò la linea tecnica del progetto, stilato dall’arch. Giuliano Gerosa dell’ufficio tecnico già nel corso del 1977, dei primi lavori di sistemazione del tratto della roggia presso la villa Tittoni, che successivamente venne anche dotata del sistema di pompe, grazie alle quali fu possibile reimmettere l’acqua almeno all’interno dell’alveo in pietra collocato dinanzi all’ingresso dell’attuale biblioteca. La relazione tecnico-illustrativa allegata, tra gli altri scopi che si prefiggeva di raggiungere grazie a tali lavori, pone l’attenzione su un aspetto che ancora oggi è molto attuale per questo brano di città, ovvero: “la sistemazione si inserisce in una precisa esigenza urbanistica, quella di ricavare uno spazio esterno alla villa fruibile dalla cittadinanza in qualsiasi momento”. In tale veste, la fontana in memoria della roggia di Desio, ha funzionato almeno sino alla seconda metà degli anni Ottanta del Novecento. Sfortunatamente, la mancata manutenzione e il successivo disinteresse, l’hanno portata ad arrivare all’attuale stato di decadenza. Nel 2015, tuttavia, la protezione civile comunale, ha constatato che le pompe idrauliche sono irrecuperabili e che quindi andrebbero sostituite. Quest’ultimo fatto ci porta all’attuale richiesta, in cui si avanza la proposta della completa sostituzione delle pompe che, opportunamente installate, potrebbero riportare in vita l’intero impianto. Si badi bene che, questa soluzione tecnica, lungi dal voler riproporre anacronisticamente la roggia, che funzionava con vera acqua corrente proveniente dal comasco, si pone al contrario come una “fontana della memoria” che, grazie al ricircolo della stessa acqua immessa nell’impianto, rappresenterebbe, dal punto di vista ecologico, come modello sostenibile di bellezza, funzionalità e, appunto, memoria. Bellezza, perché l’acqua, con il suo rilassante sciabordio e i sui riflessi argentei, da troppo tempo manca all’interno del giardino Cusani Traversi Antona Tittoni, che ha caratterizzato sin dalla sua origine, tramite un naviglio e un lago navigabili. Funzionalità, perché questo impianto, non contribuirebbe allo spreco di acqua poiché quella che si vedrà scorrere sarà per la maggior parte, sempre la stessa reimmessa in circolo dalle nuove pompe che si vorrebbero installare. Memoria, perché per lungo tempo, questo corso d’acqua artificiale, ha difeso e nutrito il borgo di Desio, condizionando anche in parte la sua forma urbis.
Stima approssimativa dei costi (€): 40000
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